sabato 28 aprile 2012

Diventare educatrice al nido


Eccomi di nuovo qui!
A questo punto vi ho raccontato tutto ed è il momento di tirare un po’ le somme …
Questa esperienza è stata veramente fondamentale per me in quanto mi ha permesso di avvicinarmi e scoprire veramente il mondo dei bambini e comprendere che è questo il lavoro che voglio fare.
Centrale è l’osservazione in quanto con bambini da 0-3 anni è fondamentale saper comprendere ed interpretare il linguaggio non verbale ossia le espressioni, i gesti, la postura, i movimenti, i mugolii, i sospiri e i silenzi.
Sperimentando concretamente cosa significa essere educatore ho potuto collegare questa esperienza con gli studi intrapresi ora all’università: alla base di tutto c’è una logica progettuale, niente è lasciato allo spontaneismo e lo strumento principe di questa professione è la relazione educativa.
Ciò che non si deve assolutamente dimenticare è che al centro del nostro servizio c’è il bambino con le sue caratteristiche e i suoi bisogni e le sue potenzialità ed è nostro compito aiutarlo ed accompagnarlo nel suo processo di crescita.
Questa professione sembra un lavoro impossibile in quanto non sempre si raggiungono gli obiettivi prefissati e pare che gli sforzi compiuti siano stati inutili: ma per fare questo mestiere bisogna essere pronti e consapevoli che possono rientrare molte variabili e non tutto è in nostro potere, ma dobbiamo fare del nostro meglio e non scoraggiarci.
Oltretutto penso che un sorriso ed un abbraccio che ti regala un bambino ripaghi di tutto l’impegno e il lavoro che si è svolto.
Io ho fatto tesoro del tirocinio svolto in quanto mi ha permesso di crescere molto e di riflettere su me stessa. Guardando al futuro ho voglia di crescere ancora e di continuare ad imparare, ma soprattutto mi vedo educatrice pronta a lavorare con tutto l’impegno possibile e imparare dai piccoli e dal loro mondo ricco di bellezza e fantasie.
Nel prossimo post continuerò con nuovi racconti :) baci

giovedì 26 aprile 2012

Come fare?

Le difficoltà e i sorrisi

Cari amici,
come vi ho già accennato raccontandovi del primo giorno e come avrete potuto intuire, questo tirocinio non è stato semplice, ma anzi pieno di ostacoli. Ma in fondo a chi piacciono le cose facili?
Il primo giorno è stato assolutamente quello più difficile: entravo a far parte di un ambiente nuovo che non conoscevo, dovevo abituarmi ad esso ed entrare in relazione con le colleghe e soprattutto con i bambini; ma anche le educatrici e i bambini stessi dovevano conoscermi ed abituarsi alla mia presenza.
La mia paura più grande che mi ha accompagnata soprattutto nei primi tempi era quella di non essere all’altezza del mio compito e che questa esperienza risultasse un fallimento. Ma fortunamente essa poi è scomparsa: il disorientamento e l’incertezza hanno lasciato spazio a più serenità e consapevolezza. Giorno per giorno e con l’aiuto delle altre educatrici che mi hanno guidato in questo percorso, ho imparato a muovermi nell’ambiente e comprendere quale era il mio ruolo e quali compiti dovevo eseguire concretamente, ma cosa più importante ho imparato a conoscere ogni singolo bambino con le sue caratteristiche, le sue esigenze e a relazionarmi con loro.
Alcuni episodi penso possano essere esplicativi delle difficoltà che ho incontrato: a volte rimanevo da sola con più bambini e quindi dovevo gestirli e controllarli io e soprattutto all’inizio che per loro ero una persona nuova, non mi ascoltavano e così regnava il chiasso e il disordine totale. Ma non mi facevo prendere dal panico, facevo un bel respiro e prendevo in mano la situazione: in modo deciso dicevo ai bambini di non urlare e mi inventavo un gioco da poter fare tutti insieme così da rimanere uniti e averli tutti sotto i miei occhi. Un episodio simile mi è accaduto quando dovevo occuparmi del momento del disegno con i bambini più grandi: alcuni si rifiutavano di colorare e volevano continuare a giocare e così distraevano gli altri ed erano un intralcio all’attività. L’altra educatrice mi ha vista un po’ in difficoltà ed è intervenuta e ha fatto in modo che tutti i bambini le obbedissero e si sedessero per colorare. Questo non l’ho visto come una sconfitta, ma anzi in quel momento le ero grata di essere intervenuta; infatti penso sia un gesto di grande maturità riconoscere la propria difficoltà e lasciarsi aiutare. Ho sempre considerato l’aiuto delle altre educatrici molto prezioso, in quanto avevo molto da imparare da loro e io mi trovavo solo all’inizio. Un altro momento in cui ho dimostrato un po’ di indecisione è quello del pranzo: alcuni bambini tra i più grandi si rifiutavano di mangiare e io non sapevo cosa fare, perché da un lato non volevo sgridarli e obbligarli a mangiare se non volevano, ma dall’altro erano abituati a fare i capricci e a non voler mangiare tutti i giorni. Poi, pensavo che vedendomi come la maestra nuova e non la loro educatrice di riferimento se ne approfittassero un pochino: l’altra educatrice mi ha aiutata perché anche lei aveva capito che facevano i furbetti con me e li ha sgridati e li ha fatti mangiare almeno un po’. Questi episodi non li vedo in modo negativo, ma anzi hanno fatto parte della mia esperienza e li voglio ricordare molto bene, perché è proprio con l’esperienza che si impara. Oltretutto la cosa più importante e di cui vado orgogliosa è che con il tempo sono riuscita a fronteggiare situazioni come queste, superando così quello che rappresentava per me uno dei tanti scogli.
I momenti che ricordo con affetto e tenerezza è quando prendevo in braccio i più piccoli e li coccolavo o li cullavo per farli addormentare; quando mi cercavano per mostrarmi una cosa o per raccontarmi qualcosa o per farsi consolare da me o erano tristi se mi allontanavo, mi riempivano di gioia, perché voleva dire che non ero più una persona nuova e a loro estranea ma avevo conquistato la loro fiducia ed ero riuscita a relazionarmi veramente con loro.
 L’ultimo giorno di tirocinio è stato triste ma anche tra i più belli in quanto mi ha dato ancora dimostrazione che non ero più un estranea o invisibile, ma avevo fatto un buon lavoro ed ero riuscita a costruire veramente qualcosa con quei bambini: in quei giorni avevo compiuto gli anni e così abbiamo fatto una grande festa per festeggiare insieme il mio compleanno e anche come saluto visto che avevo concluso il mio tirocinio e per salutare anche i bambini di 6 anni che a settembre avrebbero iniziato la prima elementare. Abbiamo unito le tavole, appeso i palloncini colorati, messo la musica, distribuito le bevande e le fette di torta preparate dalle mamme. Che bella festa avevamo fatto! Ma era giunto il momento dei saluti: ho salutato con un grande abbraccio e un grande bacio tutti i miei piccoli e le maestre che con la loro gentilezza e pazienza mi erano state di grande aiuto in questo percorso.
La prossima volta concluderò aggiungendo qualche mia riflessione. J

sabato 21 aprile 2012

Le attività svolte: tutti insieme


Cari amici,
ora dobbiamo continuare a parlare della mia esperienza al servizio per l’infanzia, “Il Girotondo”, ricordate?
Con il passare dei giorni avevo imparato a conoscere pienamente il servizio e osservando la metodologia applicata dalle altre educatrici ero pronta a cimentarmi nel lavoro con più consapevolezza.
Già dopo qualche giorno infatti, potevo accogliere i bambini che arrivavano: alcuni entusiasti e contenti entravano nel grande box e salutavano la mamma, quelli più piccoli specialmente, iniziavano a piangere perché non volevano lasciare la mamma e con tenerezza li prendevo in braccio e li consolavo cercando di distrarli con i loro giocattoli preferiti.
C’era una cartella che le maestre dovevano riempire annotando l’ora di arrivo e l’ora in cui i genitori andavano a riprendere i loro bambini, se facevano colazione e pranzavano e l’ora del pisolino e l’evacuazione. Inoltre, avevo imparato che c’era una tabella di marcia da rispettare, per quanto riguarda l’orario della merenda, del pranzo, del pisolino e del cambio.
Nella prima parte della mattinata ero impegnata ad intrattenere i bambini più piccoli: giocavo con loro con gli animaletti e i sonagli adatti alla loro età, per cui anche se li mettevano in bocca non c’era nessun pericolo, contribuendo a sviluppare i cinque sensi. Cantavo le canzoncine che a loro piacevano tanto e mettevano una tale allegria!
In seguito, aiutavo l’altra educatrice a dare la merenda a ciascuno: alcuni avevano scoperto il gusto del salato e impazzivano per i crackers! Questa cosa mi aveva davvero stupita. Mentre per quelli di 6-8 mesi c’era per loro un gran bel biberon! Non era semplice gestire più bambini contemporaneamente: bisognava dare la merenda, tranquillizzarli poiché qualcuno era agitato e controllare che non cercassero di scendere dal seggiolone. Poche volte accendavamo la televisione per far vedere dei cartoni ma solo per poco, in quanto i giocattoli e gli amici erano ancora meglio!
Terminata la merenda per alcuni era l’ora del pisolino: nonostante fossero stanchi per la mattinata di gioco e magari per essersi svegliati presto, non ne volevano proprio sapere di dormire e così occorreva cullarli e cantare delle ninna nanne per farli addormentare. 
Aiutavo anche a pulire e poi continuavo a giocare con i bambini rimasti svegli. Le bolle di sapone era una cosa che piaceva moltissimo sia ai più grandi e sia ai più piccoli e spesso le facevo quando erano particolarmente agitati per riportare la quiete; infatti quando piangeva uno, per empatia poi si mettevano a piangere tutti.
Con i bambini dai 3 ai 6 anni partecipavo alle attività grafico-pittoriche: coloravano con i pastelli oppure con i pennarelli, i colori a cera; abituati dalle attività di disegno alla scuola dell’infanzia erano in grado di realizzare dei collage e lavorare anche con il punteruolo.
Due attività le ritenevo particolarmente importanti ed estremamente educative nei confronti dei bambini: una era la lettura di un racconto e l’altra era la musica.
Infatti, la narrazione di una storia gioca un ruolo centrale nell’infanzia ed è importante iniziare questa attività fin dai piccoli, in quanto avvicinare il bambino alla lettura è positivo e affascinato anche dalle immagini presenti nel libro, permette di promuovere un contatto con gli adulti di riferimento, aiuta a dare volto all’emotività del piccolo riconoscendo le proprie emozioni, a collegare il mondo interiore ed esteriore e a conoscere se stesso.
Un’altra pratica importante era l’introduzione alla musica: integrando il fare e l’ascoltare le canzoni i bambini potevano vivere la spontaneità di una corsa, di un salto, di una capriola e di diverse posizioni corporee. I movimenti e le posture permettevano di accentuare le sensazioni provenienti dalla stimolazione corporea. In questo modo i piccoli imparavano a sviluppare uno dei cinque sensi l’udito, ad ascoltare e ascoltarsi. Imparare divertendosi, infatti è uno dei modi più efficaci per apprendere.
Dopo queste attività educative giungeva l’ora del pranzo: i più piccoli nel seggiolone con le pappe, mentre i più grandi si sedevano con le loro seggioline attorno ad una tavola. I bambini di pochi mesi dovevano imparare a deglutire bene oppure avevano appena imparato e bisognava prestare attenzione con le cucchiate. Quelli dai 3 ai 6 anni invece, erano capaci di mangiare la pasta oppura il secondo da soli, ma spesso bisognava stimolarli perché terminassero di mangiare tutto. Dopo il pranzo aiutavo a ripulire e a sistemare i giocattoli e la mia giornata di lavoro era conclusa.
Le prossime volte vi riassumerò le difficoltà che ho riscontrato e le mie riflessioni. A presto
J.

giovedì 19 aprile 2012

"Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra!


Ciao a tutti e ben ritrovati!
La scorsa volta vi avevo lasciato iniziando a raccontarvi dell'asilo "Il Girotondo". Come vi avevo accennato io e la mia compagna siamo andate a scoprire il servizio: subito una maestra ci ha accolto nell'ufficio in modo molto gentile cercando di metterci a nostro agio. Dopo aver sbrigato le faccende pratiche dei documenti ci ha illustrato il nido: c'era un grande box pieno di giochi con i bambini più grandi dai 3 ai 6 anni, mentre nell'altra stanza c'era l'altra maestra con quelli più piccoli dai 6 mesi ai 3 anni e anche qui molti giochi e anche i seggioloni. Perciò, avremmo dovuto stare un pò da una parte e un pò dall'altra in modo da interagire con tutti i bambini.
Il primo incontro era andato bene e avevo ricevuto una gran bella impressione sia dalle maestre e sia dal servizio. Io avrei cominciato il 13 luglio e avrei terminato il 7 agosto dalle 8.30 alle 12.30 dal lunedì al venerdì. Prima che arrivasse il gran giorno per iniziare ero molto entusiasta e avevo una gran voglia di mettermi alla prova! Avvicinandoci al primo giorno però, è iniziata a salire un po' l'agitazione: in fin dei conti sarei andata lì con molta teoria dagli studi a scuola, ma con nessuna nozione pratica; alcune volte mi ero occupata delle mie cuginette ma non era la stessa cosa. Però, mi sono convinta ad essere positiva e a non farmi prendere dal panico ancor prima di iniziare! Sarei andata lì piena di buoni propositi e con tanto impegno e determinazione e ce l'avrei fatta!
E così è arrivato il primo giorno ... Non nego che sia stato un po' difficile ... Mi sono presentata puntuale e come prima cosa la maestra mi ha indicato di andare ad aiutare l'altra educatrice con i più piccoli. Non c'erano ancora molti bambini perchè sarebbero arrivati più tardi durante la mattinata, ma così ne potevo approfittare per conoscere quelli presenti e iniziare a relazionarmi con loro. Cosa ben prevedibile e come avevo già imparato al tirocinio svolto alle elementari, i bambini così piccoli oltretutto, non si facevano avvicinare con molta facilità e avevano uno sguardo diffidente. Questo non era molto incoraggiante, poi aggiunto al fatto che non sapevo nemmeno bene come muovermi e cosa fare, la ricetta che ne usciva non era molto promettente ... Ma mi sono seduta nel grande tappeto vicino a tutti i bambini e all’educatrice, la quale mi ha presentato come la nuova maestra (ero così felice quando mi ha chiamata così) che sarebbe stata insieme con loro. L'educatrice stava cercando di calmare un bambino appena arrivato e che non era molto felice di stare lì e di essersi staccato dalla mamma, attraverso delle canzoncine: i bambini le conoscevano bene e le cantavano pure loro, era come una magia; imparare le canzoni si sarebbe rivelato molto utile, perchè ai bambini piacevano ed era un rimedio per tranquillizzarli.
A metà mattinata era l'ora della merenda e ho aiutato la maestra a disporre bene i seggioloni per tutti i bambini e a dare il succo di frutta oppure il vasetto di frutta, il dolcetto o il biberon per i più piccoli. In seguito, ho giocato con i bambini con gli animaletti, i sonagli, i peluches e controllando soprattutto che non si facessero male a salire e scendere dallo scivolo.
A conclusione della mattinata sono passata nell’altra stanza per conoscere anche i bambini più grandi: era il momento del disegno. Tutti i bambini seduti in ordine con le loro seggioline attorno alla tavola erano pronti a colorare con i pennarelli il sole sorridente sul foglio, anche se poi naturalmente durante l’attività qulcuno ha iniziato a girovagare per la stanza con i pennarelli in mano. In base all’età i più grandi riuscivano a rispettare i contorni della figura e a non lasciare spazi bianchi colorando in modo uniforme, mentre quelli più piccoli non avevano ancora acquisito bene questa capacità. Ma tutti erano stati bravissimi e meritavano un complimento!  Ora infatti, potevano essere liberi di giocare con la cucina e le pentole oppure con le costruzioni ed io dovevo controllare che non bisticciassero o si facessero male.
E così il primo giorno era passato … Quante belle cose avevo fatto con quei piccolini ed era solo l’inizio … J

giovedì 12 aprile 2012

AL "GIROTONDO!"


Ciao a tutti!!!
Eccomi ancora qui per continuare con i miei racconti ... Oggi è arrivato il momento di scrivere il nucleo centrale delle mie esperienze di tirocinio: lo stage presso un asilo "Il Girotondo" nella mia città. 
Verso la fine della terza liceo visto la bella esperienza che avevo vissuto alla scuola elementare che vi ho raccontato la volta precedente, ho deciso di svolgere un nuovo stage durante l'estate: in verità inizialmente avevo scelto una libreria come luogo in cui svolgere il mio tirocinio. Non avevo bene le idee chiare, sapevo che volevo fare lo stage ma non sapevo bene cosa e così avevo indicato come mia scelta la libreria, decisione più di natura pratica, in quanto la libreria si trovava vicino casa mia, più che amore per i libri. Una mia amica invece, era stata assegnata all'asilo che vi ho nominato prima, "Il Girotondo" per l'appunto. Quando, ho saputo questo mi è dispiaciuto di non averlo indicato anch'io e mi sono pentita un po' della mia scelta. Ma per fortuna niente era ancora stabilito: non c'era più posto disponibile per la libreria perchè erano già stati assegnati e così anch'io potevo eseguire lo stage lì! Un gioco del destino? :)
Alla fine della scuola io e la mia compagna ci siamo recate all'asilo per presentarci alle maestre, le quali ci avrebbero mostrato gli spazi e spiegato un pò i nostri compiti.
Ma sto già correndo ... :) Infatti mi sono ripromessa di spiegarvi bene questo tirocinio secondo le tappe fondamentali che lo hanno caratterizzato, in quanto è stata un'esperienza fondamentale per me e ci sono particolarmente affezionata.
Perciò la prossima volta continuerò con il racconto :) A presto. Baci Baci.


GIROTONDO DI TUTTO IL MONDO


Filastrocca per tutti i bambini,
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi,
per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone,
per quelli gialli che stanno in Cina,
dove è sera se qui è mattina,
per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci,
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa,
per quelli che stanno di qua o di là,
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui i meridiani.
- Gianni Rodari-


Questa filastrcca del famoso scrittore per bambini e ragazzi Gianni Rodari a me piace moltissimo: è semplice ma racchiude un grande significato e vale la pena spenderci un minuto per riflettere, poichè spesso presi tutti dalle nostre faccende ci dimentichiamo delle cose che valgono davvero e che hanno importanza. Magari è stata una filastrocca come questa ad ipirare il nome dell'asilo, che ne pensate?


Alle elementari!


Eccomi di nuovo qui! 
Se vi ricordate devo concludere il racconto dello stage compiuto alle elementari.
E' arrivato il momento di trarre un po' delle riflessioni: un elemento di estrema importanza che abbiamo potuto notare sin dalle prime lezioni a cui abbiamo partecipato, è che la scuola elementare riproduce un ambiente familiare e costituisce un punto di riferimento per il bambino. La maestra rappresentava per loro una figura fondamentale, un modello da seguire e le erano tutti molto legati: lei con la sua gentilezza e pazienza e grande esperienza cercava un continuo dialogo con i bambini tenendo conto delle loro sollecitazioni; trasmetteva contenuti in modo semplice rispettando le esigenze e l'età dei bambini. Il metodo prevalente era quello intuitivo: i bambini apprendevano in particolare attraverso le immagini e manipolando gli oggetti, sottolineando ancora la loro esigenza di concretezza e di mantenere un contatto con la realtà. Inoltre, la maestra prediligeva anche il lavoro di gruppo in modo che i suoi alunni partecipassero in modo attivo relazionandosi e confrontandosi con i pari.
Disegno che mi ha regalato 
una bambina
A quel punto dell'anno avevano già imparato la addizioni e le sottrazioni e la maestra stava insegnando loro le moltiplicazioni e le divisioni e svolgevano molti esercizi di coniugazione dei verbi in tutti i modi e i tempi. Poichè eravamo riuscite a conquistarci un po' la loro fiducia, potevamo allontanarci dal nostro angolino e andare ad aiutarli con gli esercizi di matematica e di grammatica e la cosa che mi ha lasciato stupita, è che se all'inizio non acconsentivano al nostro sostegno molto facilmente poi, accettavano felici i consigli, segno che ormai avevamo conquistato la loro fiducia. Conferma di questo grande traguardo è i disegni che i bambini hanno iniziato a regalarci.
Un giorno abbiamo aiutato la maestra a preparare una torta in classe insieme ai bambini per la merenda. Il momento della ricreazione infatti era fondamentale: veniva preparata fuori dell'aula una grande tavola dove sistemare le bevande e la merenda. Così i piccoli potevano mangiare tutti insieme e poi divertirsi a giocare. Questa pausa tra le lezioni era il momento più bello in cui potevamo sentirci coinvolte a pieno, interagire e collaborare con i bambini.
Un momento che ricordo con molta felicità è quando abbiamo aiutato la maestra e i bambini per la festa di carnevale: abbiamo riunito tutti i banchi per creare una grande tavola, abbiamo sistemato i piatti, le salviettine, i bicchieri per tutti, ma soprattutto abbiamo aiutato i bambini a vestirsi con i loro abiti e le loro maschere colorate. Un bel ricordo sono i loro sorrisi quando li abbiamo truccati in tema al loro vestito per la festa.
Le ultime due volte abbiamo realizzato anche un progetto per i bambini: abbiamo letto per loro una storia e i piccoli dovevano fare a riguado degli esercizi e un bel disegno e tutti hanno aderito con entusiasmo e felicità all'attività che abbiamo proposto.
Disegno di una bambina per
salutarmi
L'ultimo giorno, è stato un po' triste abbandonare tutti quei bambini a cui ci eravamo tanto affezionate, ma loro per mandare via tutta quella malinconia ci hanno regalato dei bellissimi disegni per salutarci e la maestra ci ha fatto promettere che saremo andate a ritrovarli presto.
Questa è stata un'esperienza unica per me: la mia prima attività pratica e la cosa più bella è stata superare le difficoltà e l'imbarazzo sia da parte mia sia da parte dei bambini per costruire un bel legame basato sulla fiducia e l'affetto.
Spero che l'esperienza che vi ho appena raccontato vi sia piaciuta e vi sia stata utile. Ci risentiamo presto con altri racconti. Baci.

venerdì 6 aprile 2012

Ritorno alla scuola elementare!

Come già vi ho anticipato il terzo anno delle superiori io ed una mia compagna  per tutto il periodo invernale abbiamo svolto il primo  tirocinio a Chioggia alla scuola elementare "Don Milani". Questa è la stessa scuola in cui io stessa avevo frequentato le elementari: è stato come un tuffo nel passato! All'inizio è stato un po' strano per me entrare nella mia vecchia scuola, dove avevo trascorso cinque anni bellissimi insieme alle maestre e ai miei compagni di classe, andando ad osservare  ora bambini come quando ero piccola io.
Io e la mia compagna entravamo in una classe quarta in veste di osservatrici: dovevamo seguire e annotare ciò che facevano i bambini, come si comportavano, il loro legame con la maestra e come quest'ultima si rapportava con loro.
Il primo giorno di tirocinio è stato il più difficile: io mi sentivo un po' disorientata a ritornare lì per seguire altri bambini, per la mia compagna lo stesso poichè si trattava per lei di un ambiente nuovo. I bambini come facilmente si poteva prevedere e comprendere, inizialmente ci guardavano con uno sguardo un po' diffidente, poichè eravamo due persone nuove che non avevano mai visto e probabilmente ci vedevano come delle intruse che si erano intrufolate nella loro classe per chissà quale motivo. La maestra invece, ci ha accolto calorosamente facendoci sentire a nostro agio e in modo molto tenero ha rassisurato i bambini spiegando che eravamo due ragazze del liceo che pensavano in futuro di diventare proprio come la loro maestra  e che li avremo accompagnati per un periodo un giorno alla settimana, per vedere un po' come funziona e per stare un po' insieme a loro. A questo punto ci siamo presentate e abbiamo a nostra volta tentato di tranquillizzare i bambini, dicendo che ci saremo messo in un angolino e saremmo diventate come invisibili e che loro avrebbero dovuto comportarsi naturalmente come se non ci fossimo. I bambini però non si sono fatti ingannare facilmente e spesso ci guardavano con uno sguardo a volte incuriosito e a volte imbarazzato. Ma per fortuna questo era solo l'inizio ed io e la mia compagna non ci siamo scoraggiate: con il passare delle settimane infatti, i bambini si erano abituati alla nostra presenza e al giovedì aspettavano il nostro arrivo anche con un sorriso. 
Ma per la fine del racconto dovrete aspettare la prossima volta :) Baci.



giovedì 5 aprile 2012

La scelta del mio argomento: perchè proprio "STAGE CON I PICCOLI"?


Per iniziare questa nuova esperienza voglio spiegare per prima cosa perchè ho scelto proprio questo tema da dedicare al mio blog. Il professore ci ha comunicato che avremmo dovuto creare un nostro blog personale come parte di questo corso d'informatica, utile anche successivamente alla conclusione del corso magari anche d'aiuto per trovare in futuro un lavoro. Cosa fondamentale per il blog: essere in qualche modo unico, originale diverso da tutti gli altri. Perciò la scelta dell'oggetto da trattare è molto importante per realizzare il proprio blog. Dunque, io ho pensato di parlare di qualcosa che mi riguardasse da vicino, di cui avevo fatta diretta esperienza: i miei diversi  tirocini effettuati durante la scuola superiore. Da qui, la scelta del titolo " STAGE CON I PICCOLI": qualcosa che conosco e che ho sperimentato in prima persona e in linea con il mio percorso di studi, Educatore della prima infanzia, e con la figura professionale che intendo intraprendere.
Infatti, ho frequentato il Liceo socio psico pedagogico e la mia scuola mi ha offerto durante i cinque anni, in particolare nell'ultimo triennio, diverse possibilità di stage come parta pratica da affiancare a quella teorica affrontata in classe e come orientamento per il proprio futuro. Io ho sfruttato questa disponibilità di tirocinio perchè pensavo fosse utile provare e sperimentare direttamente sul campo e infatti queste esperienze si sono rivelate di estrema importanza.
Dunque, nei miei prossimi post vi parlerò del mio stage ad una scuola elementare, di quello effettuato presso un asilo nido, del progetto realizzato insieme alle mie compagne di classe del liceo per una scuola dell'infanzia e della visita alla scuola steineriana. Ma tutto questo ve lo racconterò per bene nei miei successivi interventi! Spero di avervi incuriosito :) A presto.