Cari
amici,
ora
dobbiamo continuare a parlare della mia esperienza al servizio per l’infanzia,
“Il Girotondo”, ricordate?
Con il
passare dei giorni avevo imparato a conoscere pienamente il servizio e
osservando la metodologia applicata dalle altre educatrici ero pronta a
cimentarmi nel lavoro con più consapevolezza.
Già
dopo qualche giorno infatti, potevo accogliere i bambini che arrivavano: alcuni
entusiasti e contenti entravano nel grande box e salutavano la mamma, quelli
più piccoli specialmente, iniziavano a piangere perché non volevano lasciare la
mamma e con tenerezza li prendevo in braccio e li consolavo cercando di
distrarli con i loro giocattoli preferiti.
C’era
una cartella che le maestre dovevano riempire annotando l’ora di arrivo e l’ora
in cui i genitori andavano a riprendere i loro bambini, se facevano colazione e
pranzavano e l’ora del pisolino e l’evacuazione. Inoltre, avevo imparato che
c’era una tabella di marcia da rispettare, per quanto riguarda l’orario della
merenda, del pranzo, del pisolino e del cambio.
Nella
prima parte della mattinata ero impegnata ad intrattenere i bambini più piccoli:
giocavo con loro con gli animaletti e i sonagli adatti alla loro età, per cui
anche se li mettevano in bocca non c’era nessun pericolo, contribuendo a
sviluppare i cinque sensi. Cantavo le canzoncine che a loro piacevano tanto e
mettevano una tale allegria!
In
seguito, aiutavo l’altra educatrice a dare la merenda a ciascuno: alcuni
avevano scoperto il gusto del salato e impazzivano per i crackers! Questa cosa
mi aveva davvero stupita. Mentre per quelli di 6-8 mesi c’era per loro un gran
bel biberon! Non era semplice gestire più bambini contemporaneamente: bisognava
dare la merenda, tranquillizzarli poiché qualcuno era agitato e controllare che
non cercassero di scendere dal seggiolone. Poche volte accendavamo la
televisione per far vedere dei cartoni ma solo per poco, in quanto i giocattoli
e gli amici erano ancora meglio!
Terminata
la merenda per alcuni era l’ora del pisolino: nonostante fossero stanchi per la
mattinata di gioco e magari per essersi svegliati presto, non ne volevano
proprio sapere di dormire e così occorreva cullarli e cantare delle ninna nanne
per farli addormentare.
Aiutavo anche a pulire e poi continuavo a giocare con i
bambini rimasti svegli. Le bolle di sapone era una cosa che piaceva moltissimo
sia ai più grandi e sia ai più piccoli e spesso le facevo quando erano
particolarmente agitati per riportare la quiete; infatti quando piangeva uno,
per empatia poi si mettevano a piangere tutti.
Con i
bambini dai 3 ai 6 anni partecipavo alle attività grafico-pittoriche:
coloravano con i pastelli oppure con i pennarelli, i colori a cera; abituati
dalle attività di disegno alla scuola dell’infanzia erano in grado di
realizzare dei collage e lavorare anche con il punteruolo.
Due
attività le ritenevo particolarmente importanti ed estremamente educative nei
confronti dei bambini: una era la lettura di un racconto e l’altra era la
musica.
Infatti,
la narrazione di una storia gioca un ruolo centrale nell’infanzia ed è
importante iniziare questa attività fin dai piccoli, in quanto avvicinare il bambino
alla lettura è positivo e affascinato anche dalle immagini presenti nel libro,
permette di promuovere un contatto con gli adulti di riferimento, aiuta a dare
volto all’emotività del piccolo riconoscendo le proprie emozioni, a collegare
il mondo interiore ed esteriore e a conoscere se stesso.
Un’altra
pratica importante era l’introduzione alla musica: integrando il fare e
l’ascoltare le canzoni i bambini potevano vivere la spontaneità di una corsa,
di un salto, di una capriola e di diverse posizioni corporee. I movimenti e le
posture permettevano di accentuare le sensazioni provenienti dalla stimolazione
corporea. In questo modo i piccoli imparavano a sviluppare uno dei cinque sensi
l’udito, ad ascoltare e ascoltarsi. Imparare divertendosi, infatti è uno dei
modi più efficaci per apprendere.
Dopo
queste attività educative giungeva l’ora del pranzo: i più piccoli nel
seggiolone con le pappe, mentre i più grandi si sedevano con le loro seggioline
attorno ad una tavola. I bambini di pochi mesi dovevano imparare a deglutire
bene oppure avevano appena imparato e bisognava prestare attenzione con le
cucchiate. Quelli dai 3 ai 6 anni invece, erano capaci di mangiare la pasta
oppura il secondo da soli, ma spesso bisognava stimolarli perché terminassero
di mangiare tutto. Dopo il pranzo aiutavo a ripulire e a sistemare i giocattoli
e la mia giornata di lavoro era conclusa.
Le prossime
volte vi riassumerò le difficoltà che ho riscontrato e le mie riflessioni. A presto
J.